Il 26 ottobre 2008 scrivevo qui, facendo il bilancio di uno degli anni più entusiasmanti del motomondiale, per me, tifosa di Valentino, che ringrazio e sempre ringrazierò per tutto il bello che ci ha regalato.
Ebbene, quest’anno non ho tanto da sorridere, per mille ragioni; eppure oggi ho avuto modo di capire quanto sia grande questo sport (come se già non lo sapessi…) e come anche nei momenti tristi questi piloti, questo staff, questo mondo, sappiano regalarti un sorriso, un momento di riflessione, qualcosa che ti rimane.
Ultima gara della stagione, quella che serve a riportare tutti sulle moto, a riportare tutti alla triste realtà senza Marco, ma che serve a far riprendere confidenza, a far allontanare gli eventuali pensieri di abbandono che potevano essersi manifestati in precedenza.
Ho visto il tributo a Marco, ho visto il giro del “casino”, con Kevin Schwantz a guidare tutti gli altri, sulla moto che è stata di Marco, con il numero 58 su tutte le carene. 85 moto, 85 piloti, che sentivano un vuoto immenso e che cercavano di colmarlo con quel rombo di motori. Vale con la maglia e la bandiera, quello che spiccava su tutti, in un bellissimo connubio con il Sic. Il lunghissimo striscione che sventolava, la faccia sorridente di Marco, che ogni volta mi fa piangere e so che lui non vorrebbe, perché gli piace che noi lo ricordiamo con un sorriso… Ma non ci posso fare nulla, è più forte di me: ogni volta che lo vedo, che lo sento parlare, mi ricordo quelle belle gare, quelle belle interviste, e penso che mi manca tanto.
Ho visto Michele Pirro (chi sarà mai, penserete), il pilota della Moto2 del team Gresini che oggi a Valencia è riuscito a fare la pole e a vincere, come ancora non era riuscito a fare. E ha guardato al cielo, ha indicato quel numero sul suo casco, quel 58 che ormai è diventato una costante in questi giorni. E Gresini commosso, lì al muretto… Gli è passato nella mente tutto quel dolore, tutto quel vuoto, ma anche la gioia di sapere che un suo pilota ha omaggiato il Sic nel migliore dei modi. Del resto successe anche a Gibernau di vincere la gara successiva alla morte di Kato, quando Sete non era ancora il pilota che si mostrò negli anni successivi. E anche lì Gresini ci lasciò l’anima. Allora chissà, magari Michele Pirro diventerà un grande? Aspetteremo di capire… Per ora ci godiamo questo suo bel momento e questo pianto liberatorio.
La gara: beh, ho alternato momenti di rabbia divoratrice, a momenti di sorriso, di godimento, di delusione e di pianto (parafrasiamo “Nel sole nel vento nel sorriso e nel pianto” di Battisti?). Oggi dovevano arrivare tutti e 16 al traguardo… Tutti per Marco… O forse no? Forse era destino che il punteggio in classifica non venisse alterato dal punto di vista di Vale e Nicky, che rispettivamente eguagliavano e seguivano Marco? Chissà… Io sono sicura che Vale avrebbe reso omaggio a Marco nel modo migliore, con una bella gara, di quelle che sa fare lui, benché in un anno di difficoltà come questo. Ha mostrato la maglia a Paolone, l’unica cosa che poteva fare, visto che non c’è stato il giro d’onore.
Spies ci ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca, quel sapore di ribaltamento del risultato, raggiungere Stoner, superarlo, stare primo guidando sulle uova, quando il tempo è tiranno e tu non puoi tornare ai box, benché piova, a 4 giri dalla fine. Ma Casey è sempre Casey e quando è il momento di “quagliare” sa sempre come fare…
Un anno importante anche per la fine della carriera di Loris Capirossi, un veterano del Motomondiale, che ha vissuto tanti bei momenti e altri tristi, ma che ha saputo emozionare nel suo tempo. Un grazie va anche a lui, che ci ha accompagnato per 328 gare col numero 65 e per una, l’ultima, la più sofferta, col numero 58, che sempre ricorre e che ancora ricorrerà.
Tra il pubblico tanti striscioni, anche sull’erba un bel saluto a Marco, lo staff di Italia 1 lo ha omaggiato più e più volte; Paolone e Alberto hanno chiuso il collegamento davanti alla sua immagine, come poteva essere diversamente?
Un bel saluto finale poi, con un video tributo, creato dallo staff internazionale del Motomondiale, canzone di sottofondo, tutto ciò che può solo farti riflettere e ti fa scendere più di una lacrima. E alla fine Marco, che firma sulla videocamera e ci saluta, con il suo solito modo scherzoso.
Un grazie anche a tutti gli altri, Andrea, Jorge, Casey, Nicky, Ben… tutti, davvero, nessuno escluso. I piloti del motomondiale fanno tutti parte di una grande famiglia e ci fanno sentire a casa ogni giorno. Ogni ottobre-novembre, quando finisce la stagione, c’è un vuoto, perché ci mancano, ci fanno compagnia per 18-19 weekend dell’anno, ricchi di adrenalina e di emozioni.
Quest’anno ci sarà un vuoto ancora più grande, sappiamo tutti perché; l’importante è che rimanga vivo questo bellissimo ricordo e che le moto continuino a darci la voglia di esserci e di stare incollati a guardarle, perché le moto sono così, quando danno, danno tanto, ma quando tolgono… beh ti lasciano senza parole, impotente, disarmato.
Italia1 ha saputo interpretare al meglio questo sentimento, quindi un grazie va anche allo staff.
Che dire, seppur nello sconforto di un evento ancora così fresco nei miei ricordi, ho voglia e sempre avrò voglia di Motomondiale. Quindi aspetterò anche quest’anno, impaziente, che il tempo passi e che arrivi la stagione 2012, a regalarmi tanti altri bei momenti, senza mai dimenticare i brutti che ho passato dal 23 ottobre ad oggi, e che ancora rivivrò ad ogni minimo accenno a lui, a quel ragazzo di 24 anni che ho avuto la fortuna di vedere correre dal vivo e che mi dispiace tanto sapere di aver perso.
Ma lui correrà con tutti noi… E sono sicura che ora se la sta ridendo… Come sempre.
Ancora grazie Marco e ancora grazie a questa vita che ho la fortuna di vivere.